villa-tina-logo-nero-header.jpeg

© Copyright 2023 VILLA TINA LEUCA

CIN: IT075028C200100312

CIS: LE07502891000058000

Il Faro di Santa Maria di Leuca

De Finibus Terrae

santa-maria-di-leuca-faro-sfondo-cielo-colorato-archi-scaled.jpeg

Il Faro di Santa Maria di Leuca: breve storia di un gigante luminoso alto 48 metri a strapiombo sul mare

Il Faro di Santa Maria di Leuca, arrivarci a piedi dietro casa.

Attraversata la pineta e superato il cancelletto di casa, il porticato dell’edificio annesso al Santuario lascia intravedere la grande piazza antistante. E’ alle origini greche del nome Leucos “bianca terra rischiarata dal sole” che il basolato fa pensare, mentre provi a tenere gli occhi aperti e a orientarti. E l’istinto ti guida verso il punto più panoramico, la mente cerca lo spazio, la vista cerca il mare, i suoi colori e la sua luce.

 

Ti sei lasciato la piazza alle spalle, ancora non hai deciso dove dirigerti, gli stimoli sono diversi ma procedi come telecomandato verso gli archi, elemento architettonico realizzato nel 1998 in occasione della visita del Papa alla Basilica in cui si venera la Madonna di Leuca: Santa Maria di Leuca, Madonna delle frontiere.

 

L’istinto di alzare gli occhi è forte, ne avverti la presenza ma il bagliore ti spinge a procedere oltre gli archi e a cercare sollievo nel cono della sua ombra. Si proietta avanti e ci cammini dentro, finalmente sollevi la testa ed eccolo!

Il Faro di Santa Maria di Leuca ti si pone imponente davanti, ti sbarra la strada.

Nel 1864, l’Ing. Achille Rossi progettò e diresse e iniziò i lavori per erigere questo maestoso faro di classe prima. Nello stesso posto in cui Filippo II aveva posizionato una torre costiera in posizione strategica, che dominasse sul mare e sulla punta meliso, per avvistare i Corsari prima che si potessero avvicinare alla costa.

 

Il 6 settembre del 1866 la lanterna (diametro di 3 mt) fu azionata e accesa per la prima volta. La Torre a otto lati si erge fino a 102 metri slm, al suo interno una scala a chiocciola consente, con non poca fatica di raggiungere la terrazza che circonda la lanterna.

 

Da qui, nei giorni in cui il cielo è terso vedi le montagne del sud dell’Albania, ma anche Kerkira (Corfù) e più vicina la meravigliosa Othonoi qui chiamata “isola di Fanò”. Di notte riesci a cogliere la sua luce bianca, proiettata da un sistema di lenti fino a decine di km e la luce rossa invece evidenza la sua funzione di sentinella per i naviganti. Sembra dire: fate molta attenzione alle secche di Ugento.

I gradini per raggiungere la terrazza sul faro sono 254. Sono invece 284 i gradini della scalinata monumentale che ti permettono di scendere nella marina, verso il porto vecchio partendo dagli affacci, posizionati nel versante ovest della piazza, sulla meravigliosa Leuca così denominata a cagione della bianchezza dei suoi scogli.

La Basilica Santuario di Santa Maria De Finibus Terrae: Il dipinto della Madonna delle Frontiere

Nel XXVI secolo Giacomo Palma, pittore toscano della scuola di Tiziano fu incaricato di realizzare un quadro della Madonna che riprendesse fedelmente i tratti contenuti in quello originario andato distrutto, attribuito alla mano di San Luca Evangelista. Quest’opera sarebbe invece incappata nella furia devastatrice delle distruzioni del 1624. Nel dipinto però, il volto della Madonna e del Gesù Bambino non furono distrutti dal fuoco, poichè miracolosamente le fiamme si spensero una volta arrivate a lambirne le sembianze.

 

Il settecentesco pulpito in pietra leccese con raffigurazioni in barocco, si fa scorgere imponente lungo la navata centrale della Basilica in contrapposizione all’altare.

 

Oggi la Basilica è considerata un crocevia di culture del mediterraneo, meta di pellegrini da ogni parte della terra. E Leuca vuol essere testimone della bellezza della convivialità delle differenze, costituendo la destinazione ideale e spirituale dei “Cammini di Leuca”, così mi piace definire le mete dei tanti devoti che arrivano con ogni mezzo, mutuando il termine dal marchio della Fondazione Parco che promuove un turismo di comunità sostenibile, diffuso, responsabile, consapevole ed etico.

dsc_0557.jpeg
Come creare un sito web con Flazio